La regione degli altipiani e le pendici pedemontane
Estratto da: GUIDA DELLE PREALPI GIULIE di OLINTO MARINELLI
… A sud delle catene ora descritte si estende la regione che dissi submontana, caratterizzata geologicamente dagli elissoidi ed orograficamente dai monti a dossi e ad altipiani. Fra le due s’interpone quella serie di ampî bacini, di cui i maggiori sono quelli di Vedronza e di Bergogna, i quali, per la natura del suolo (eocene ed a Bergogna depositi morenici), per le forme di questo, per la flora, per le colture e per le abitazioni, ricordano le ridenti colline pedemontane recingenti la nostra pianura; essi si presentano infatti quasi oasi di vegetazione e di vita in mezzo a regioni desolate, oasi che si possono raggiungere solo superando montagne elevate e rocciose ovvero percorrendo gole anguste e selvagge. Specialmente strette si presentano quelle (Torre, Cornappo, Pradolino, Natisone) che conducono alla pianura, le quali sono appunto le stesse che, attraversando l’intera zona submontana, separano in questa l’uno dall’altro i singoli dossi ed altipiani onde la regione risulta costituita. Due sole montagne per l’altezza ed anche per la costituzione loro si avvicinano a quelle della regione più interna, cioè da un lato il Quarnan (m. 1372), dall’altro il Matajur (m. 1643); nello spazio intercedente fra le due montagne, che sorgono simili per forma e in posizione analoga, alle due estremità della zona, sono, procedendo dal Tagliamento: il dosso eocenico che prende nome, prima di Monte di Magnano e poi di Ciampeon (m. 764), il piccolo lembo cretaceo di Stella (m. 791), il quale, col maggiore altipiano del Bernadia (m. 879) ed il minore di Montediprato (m. 627), forma geologicamente l’elissoide più caratteristico della regione, mentre orograficamente le due prime sono montagne che stanno completamente a sè, l’ultimo si riattacca al sistema di altipiani che culmina con le Zuffine (m. 1094), il Jauer (m. 1094) ed il Juanes (m. 1168) e termina verso nord-est col Ljubja (m. 1124) che fa già parte tectonicamente dell’anticlinale del Matajur. A questo spetta anche l’altipiano cretaceo del Mja (m. 1244), che la valle del Natisone e la forra di Pradolino isolano da ogni lato.”
Le valli; il deprimersi dei loro fondi e dell’intera regione verso oriente. Non è escluso che nel determinare il tracciato della valle del Tagliamento e di quella dell’Isonzo e forse di altre, possa aver avuto qualche influenza il diverso andamento delle [superficie strutturali28, tuttavia noi possiamo affermare che lo scavo di tutte quelle delle Prealpi Giulie, comprese le maggiori che ne segnano i confini, fu opera quasi esclusivamente dell’erosione. … L’alternanza di anguste chiuse con larghe conche, è senza dubbio caratteristica tanto della valle del Torre, quanto di quelle del Cornappo e del Natisone. Così la prima, dopo essersi espansa nel bacino di Vedronza, diviene assai ristretta fra i monti Stella e Bernadia, e similmente quella del Cornappo esce dal bacino di Monteaperta per la gola che separa il Bernadia dal Montediprato. Ambedue queste chiuse fanno pensare a fenomeni di sovraimposizione se non addirittura, per il Torre, di antecedenza rispetto al sollevamento della regione più esterna delle Prealpi.
Le regioni naturali. … alcuni dei bacini e delle valli o tronchi di valli precedentemente indicati non rappresentino piccoli territori abbastanza isolati e con speciali caratteristiche e che si denominano o da un corso d’acqua o da una località notevole ― così per esempio si parla di un canale di Uccea, di un canale di Musi (regione sorgentifera del Torre), di un canale di S. Pietro (valle del Natisone fra S. Pietro e Robic), di un canale di Savogna (valle dell’Alberone-Riecca), di un canale di S. Leonardo (valle della Cosizza-Erbezzo), di uno del Judrio e via di seguito ― ma non sempre questi limitati territori rappresentano regioni naturali nel senso più comprensivo della espressione; nè i loro nomi corrispondono ad un lungo uso tradizionale. Pur riferendosi ad aree meno individualizzate orograficamente rispondono piuttosto a questo concetto la designazione di Schiavonia (Sclavonie) ― alla quale più modernamente volentieri si sostituì quella di Slavia italiana ― con la quale si designa la regione occupata da genti slovene, quella di Riviera (Riviere), con cui si indica la costiera di poggi tra Magnano e Nimis, e quello di Collio (Cuèj, in sloveno «Briske», in tedesco «in den Ecken»), col quale è conosciuta da secoli l’area collinesca fra Prepotto, Cormons e Gorizia. Hanno poi carattere territoriale anche alcuni nomi di comuni o di frazioni che non si trovano usati per designare alcuna singola borgata di questi, come è il caso di Buia, di Ragogna e di Montenars, di Rodda ecc.”