BULFONS – ZOMEAIS – GASPAR


Bulfons è una borgata molto vicina al centro di Tarcento. Procedendo in direzione nord, lungo via Lungotorre si raggiungono subito le prime case del paese che portano alla nascosta piccola valle del torrente Zimor, oppure verso Coia slava e fino a Sammardenchia.
Bulfons ha avuto un importante sviluppo agli inizi del 1900 grazie alle ben note grandi innovazioni industriali, con lo sviluppo dell’industria tessile per la lavorazione della seta e delle sue infrastrutture. Bulfons così prese la forma urbana che oggi troviamo con la fabbrica in parte attiva, le case per i lavoratori (nel tempo rifatte), una chiesetta – facente parte del Cascamificio – dedicata alla Natività.
Lo stabilimento, oggi adeguato alle moderne esigenze operative, ha mantenuto intatte le forme architettoniche come pure gli altri manufatti dediti ai servizi e alla logistica. Tra queste la curiosa e stretta passerella dalla forma arcuata, oggi non percorribile dai pedoni e dalle biciclette, ma fu costruita per consentire un più facile approdo alle lavoratrici della fabbrica residenti nelle vicinanze. La passerella serviva pure agli addetti al funzionamento della moderna centrale idroelettrica che permetteva di produrre la corrente elettrica necessaria alla fabbrica e non solo. La potenza dell’acqua necessaria per muovere la turbina era consentita dallacostruzione della diga posta nella nota località definita “stretta di Crosis”, (un chilometro più a monte, alla fine del paese di Zomeais).

* “BULFONS Il toponimo attuale deriva probabilmente da Bulfonus, nome di persona che diede sviluppo ai cognomi friulani Bulfone, Buffon…e nel nostro caso stava ad indicare un gruppo di case poste sotto le prime falde del Cjampeon, tra il Torre e lo Zimor a nord di Platavacca, a quota di 230m. Non vi erano ponti o passerelle con l’altra sponda, ed una stretta strada di campagna collegava il borgo di Zomeais a Tarcento e poco più su c’era un mulino che macinava il grano, il “mulin di Gaspar”. Alla confluenza tra lo Zimor e il Torre si potevano vedere tempo fa i ruderi di una vecchia fornace”.

* Da: Tarcint e Valadis de Tôr : 73° Congres, 22 di setembar dal 1996 – Il cascamificio di Bulfons, di Paolo Pellarini – pag-167 – Udine : Società filologica friulana, c1996

di Dino Durigatto
Località di Tarcento (UD) – codice ISTAT n. 030116

Giunti alla fine dello stabilimento di Bulfons un ponticello ci consente il transito sopra il torrente Zimor e, volgendo lo sguardo a destra, lo vediamo confluire nel torrente Torre. Procedendo, subito dopo alcune piacevoli curve, leggermente in salita, arriviamo a ZOMEAIS con i suoi borghi Macor, case Micco e il più distante borgo Gaspar. Il paese è posto alle pendici del monte Stella e oggi il villaggio più popolato della valle dello Zimor. La chiesa di San Sebastiano, ricostruita completamente su nuovo disegno dopo il terremoto del 1976, rappresenta il centro del fondovalle e testimonia la memoria del passato tramite la torre campanaria conservata e riparata in compagnia di alcuni edifici che, ricostruiti, hanno mantenuto fogge dei primi anni del 1900.

Dati del 2019 riportano che a Zomeais risiedono centocinquantaquattro abitanti,
di qui settantadue maschi e ottantadue femmine.
Fonte: https://italia.indettaglio.it/ita/friuliveneziagiulia/udine_tarcento_zomeais.html

Alla fine del paese si giunge alla “stretta di Crosis”. Percorrendo un sentiero, è possibile addentrarsi nella meravigliosa gola, dove gli imponenti manufatti idraulici si fondono con armonia nell’ambiente tra le fantasie dell’acqua e dei solchi nelle rocce, scavati dal tempo.

Zomeais, come già detto, è il naturale passaggio per raggiungere Sammardenchia, Coia e per inoltrarsi dentro la parte più nascosta della val Zimor, quella che segue il percoso del torrente oppure la strada che s’inerpica tra i tornanti per raggiongere Malemaseria e i borghi di Stella di Tarcento. O proseguire fino alla borgata di Flaipano, comune di Montenars. Proprio tra questi luoghi ci sta anche la sorgente dello Zimor.

Borgo GASPAR

di Dino Durigatto

La lunga discesa di ben sei chilometri del torrente Zimor si compie piuttosto linearmente come orientamento, cioè senza pronunciate ampie curve, ma scorrendo, al modo dei tanti rii che scendono dai fianchi scoscesi, seguendo e segnando la naturale conformazione del territorio.
L’acqua, serena o nervosa, segue la via scritta nei secoli e ben utilizzata dalle creature per le loro necessità principali. Piante, animali e uomini hanno sempre attinto alla sua fresca risorsa per il proprio crescendo vivere. Come sempre, tra le mutate esigenze, questo permane ancora. Così trotterella gorgheggiante il rio Zimor tra le strette incanalatura attendendo di potersi distendere. Giunto circa il primo terzo della sua corsa, superato il ponte della Reania già sede di un vecchio mulino, finalmente il torrente inizia a scorrere più tranquillo e leggero, fino giù a scorgere le prime case del borgo Gaspar dove, anche lui, disegna l’unica ampia ansa concessagli. Proprio in questa curva, sulla riva di ponente, tra le doline ci sono le poche case della borgata, che prende il nome dal mulino maggiore presente nella piccola valle: il mulin di Gaspar.
Il borgo, pure lui ricostruito dopo il terremoto, negli ultimi anni era piuttosto noto grazie al ristorante omonimo, ora chiuso da qualche anno. Gaspar resta sempre lo svincolo, la porta d’ingresso per la Val Zimor. Qualche centinaio di metri prima di arrivare al ponte ci sta il bivio per raggiungere i borghi di Malemasera e Stella. Superato il ponte, invece, sulla destra si può inoltrarsi lungo via Zimor e quindi entrare dal basso nella valle. Proseguendo invece seguendo la strada maggiore, si raggiunge Sammardenchia, borgata situata sulla parte levantina delle pendici del monte Cjampeon (o Campeon).

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